INTERCHANGE - Intersecţia | Prima parte
Laboratori tra arte e biodiversità ambientale, è un progetto collaterale alle attività di Donnapaola Arts Farm, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bari
La prima parte del progetto Interchange – Laboratori creativi tra arte e biodiversità ambientale si è svolta dal 11-18 luglio con la residenza degli studenti e le studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Bari ospiti in Romania del progetto Intersecția, ideato e gestito dall’artista Emanuela Ascari nella casa dei nonni materni, nel piccolo villaggio di Brădet, dove invita artiști a fare esperienza di un ambiente rurale dell’est Europa.
In questo breve racconto, Emanuela Ascari parla dell’esperienza di condivisione, scambio con i suoi ospiti tra arte, ambiente e biodiversità.
“Lunedì 11 luglio è arrivato a Intersecţia, in Romania, un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari, coordinati dal docente e artista Nico Angiuli, per una prima settimana di workshop che vedrà la sua continuazione a fine luglio in Alta Murgia, nel contesto di Donnapaola Arts Farm.
Intersecţia non è una semplice residenza artistica, ma un progetto di ricerca in cui ho coinvolto gli studenti in un’esperienza immersiva di lettura di questo paesaggio rurale.
Siamo sui Monti Carpazi, in un ambiente rurale climaticamente freddo, dove il paesaggio è modellato dall’attività della pastorizia. Il paese, Brădet, è circondato da boschi di abeti rossi (brad in rumeno) e faggi che gradualmente lasciano spazio ai pascoli e ai campi di fieno, che nel tempo di una settimana abbiamo osservato, attraversato, e praticato in una serie di esperienze, per tentare di riappropriarci di una dimensione essenziale dell’esistenza, percettiva, lenta, a contatto con la vegetazione e con gli animali, come non siamo più abituati a fare. Per decostruire certe abitudini del pensiero e comprendere la complessità dei processi naturali di cui siamo parte.
Per riabitare le nostre radici, immerse nella terra, e la nostra storia, nel momento in cui anche qui queste pratiche di sussistenza, ancora presenti, si stanno avviando verso la loro scomparsa, spinte dal desiderio umano di perseguire una vita modernamente più agiata, ma anche a causa dei cambiamenti climatici che, riducendo le piogge, interferiscono con la possibilità di mantenere questa economia del territorio. E, infine, per elaborare un pensiero ecologico, che è tale solo se riesce a vedere l’insieme e l’intreccio di tutti gli elementi che compongono un paesaggio.
Abbiamo camminato nei boschi, a piedi nudi, in silenzio, riattivando i sensi sopiti e una dimensione empatica con gli alberi, dimenticata da millenni, respirando, annusando, ascoltando. Abbiamo camminato nell’acqua gelida, e sulle pietre. Abbiamo chiuso gli occhi.
Abbiamo “pascolato” con le mucche, la mandria (ciurda) che ogni mattina parte dalle proprie case-stalle, per raggiungere i pascoli sopra il paese e tornare la sera. A passo lento, camminando e riposando al loro stesso ritmo, abbeverandoci alla stessa fonte. Abbiamo dormito al sole e al vento, e nel bosco.
Abbiamo munto a mano e bevuto il latte, prodotto naturale naturalmente prodotto.
Nel contesto di ricerca proposto ognuno dei partecipanti ha intrapreso un percorso personale, raccogliendo elementi naturali, sensazioni e storie da portare con sé e rielaborare, come le mucche che, una volte cibatesi dell’erba dei prati, si sdraiano e ruminano per produrre il latte, nutrimento essenziale alla vita nel suo nascere, e rinascere.”
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